sabato 18 febbraio 2012

Arrivederci...

Dopo essere tornata per tre settimane in Italia ad inizio dell'anno, il 2 febbraio, quando Stefano che era sceso per spendere una settimana di vacanze con i suoi cari ripartiva per l'Olanda, ho deciso di seguirlo e tornare con lui.
Partire, ovunque sia la destinazione, è sempre un'esperienza che non vorresti mai provare.
Per quanto possa essere interessante vivere all'estero, rimane sempre la nostalgia e la consapevolezza che stai lasciando i tuoi affetti e ti troverai a 1500 km di distanza. E viceversa quando si torna a casa, ti ritrovi a lasciare una parte di te li.
Da un anno mi sento in continua pressione, spintonata qui o lì, oppressa dal peso di dover scegliere se stare da una parte o da un altra, di scegliere tra un affetto o un altro.
Recenti avvenimenti mi hanno sconvolto a tal punto da convincermi di passare l'anno nuovo più all'estero che in Italia, viste le continue pressioni psicologiche che mi venivano fatte sia volontarie che involontariamente.
Proprio un anno fa il mio ragazzo ha trovato lavoro in Olanda e in due settimane se n'è andato in un altro paese sconvolgendo la mia vita. Credevo che quei mesi fossero i più brutti che mi potessero capitare. Non volevo che si ripetesse la sensazione di abbandono che abbiamo entrambi provato nei confronti dell'altro, e così spinta dall'idea di passare l'anniversario di questa nuova vita insieme, eccomi nelle terre olandesi esattamente un anno dopo. Era addirittura il primo aereo che prendevamo insieme!
Ma le cose non vanno mai come le progetti, la vita è una grande beffa, e quando pensi di averla raggirata, lei ti colpisce alla spalle e ti pugnala al cuore.
Appena messo piede nella casa olandese ricevo una bruttissima notizia dall'Italia, e prima ancora di poter fare qualcosa per poter tornare immediatamente, la neve che tanto aspettavo di vedere si è rivelata essere la mia peggior nemica. Come tutti sanno l'ondata di gelo che ha colpito l'Italia ha provocato non pochi disagi, soprattutto lungo la costa adriatica. I miei genitori mi hanno suggerito di rimandare il ritorno fino a quando la neve non si sarebbe sciolta e sarebbe stato più semplice recuperarmi all'aeroporto.
Purtroppo la neve si è sciolta troppo lentamente...
Non biasimo nessuno se non me stessa per aver abbandonato un affetto a me caro nel momento del bisogno...
Mi sono concentrata così tanto sui miei problemi che ho perso di vista le cose veramente importanti della mia vita, le quali non riguardano il vivere all'estero, non riguardano le esperienze e le pazzie fuori porta, ma l'incredibile calore di una piccola fiammella che ha sempre riscaldato me e l'intera casa.
Quella fiammella s'è spenta velocemente, mentre io ero lontana, a progettare un futuro che non rispecchiava affatto la realtà.
E mentre un anno fa soffrivo e sognavo di poter essere al fianco del mio ragazzo nell'esperienza olandese, oggi vorrei poter tornare indietro nel tempo e non essere mai partita.
Il rimorso, aver aperto gli occhi troppo tardi, una ferita che non si rimarginerà mai, sanguina dolorosa mentre inseguo dei mulini a vento...
Ironica la vita...
Un consiglio a chi ha intenzione di lasciare la propria patria per l'incerto, e soprattutto a chi come me parte per inseguire qualcuno: non è sempre tutto rose e fiori, ricordatevi che state lasciando quello che conoscete per l'ignoto, state salutando le persone che amate, e che non sempre capiscono perché le stiate abbandonando...quindi assicuratevi di non lasciare dietro di voi affetti cari e conti in sospeso...potrebbe essere troppo tardi per tornare...
Questo blog si prende una lunga pausa.

sabato 7 gennaio 2012

Festività

Il 2012 è arrivato, e chissà cosa ci riserverà...Nel frattempo avete passato delle buone feste?
Il nostri natale e capodanno sono stati all'insegna della tranquillità e del focolare casalingo...
Ma non perché nei Paesi Bassi non ci sia aria di festa, anzi...
I preparativi cominciano già a metà novembre, per poi sfociare nei festeggiamenti del 6 dicembre per il giorno di San Nicola, conosciuto come San Nicola di Bari nell'Italia meridionale e festività molto sentita qui in Olanda, molto più del Natale.
Effettivamente quello che tutti noi chiamiamo Babbo Natale altro non è che una trasfigurazione del Santo Nicola di Myra, e il mito della figura bonaria che porta doni ai bambini nasce proprio in queste terre.
Come spiega wikipedia:

Santa Claus ha origine da Sinterklaas, il nome olandese del personaggio fantastico derivato da san Nicola, che viene chiamato anche Sint Nicolaas; questo spiega anche l'esistenza di diverse varianti inglesi del nome (Santa Claus, Saint Nicholas, St. Nick).
Gli abiti di Sinterklaas sono simili a quelli di un vescovo; porta una mitra (un copricapo liturgico) rossa con una croce dorata e si appoggia ad un pastorale. Il richiamo al vescovo di Mira è ancora evidente. Sinterklaas ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti; i suoi aiutanti scendono nei comignoli per lasciare i doni (in alcuni casi nelle scarpe dei bambini, lasciate vicino al caminetto); arriva in piroscafo dalla Spagna ed è accompagnato da Zwarte Piet.
Quindi non deve stupire se nei Paesi Bassi questo Vescovo diventato poi Santo è molto più festeggiato che in altre parti, soprattutto per i bambini che aspettano impazienti di ricevere regali e calze ricolme di dolcetti.
Secondo la tradizione, Sinterklaas arriva dalla Spagna su un vaporetto insieme ai suoi due aiutanti, gli Zwarte Piet, che hanno sembianze di servi moreschi (e per questo molto criticata e accusata di razzismo), dall'aspetto "clownesco" che saltano sui tetti e distribuiscono caramelle ai bambini, minacciando quelli cattivi di portarli via.
Il 6 dicembre Sinteklaas sbarca ad Amsterdam e compie una parata in groppa al suo cavallo bianco lungo la famosa Damrak. Di solito successivamente si reca anche in altre città olandesi.
Nelle scuole olandesi i bambini compongono poesie, cantano canzoni dedicate al santo e si scambiano piccoli regali, ricreando l'atmosfera di condivisione e generosità che fanno parte della storia di San Nicola.
Dolci particolari che si trovano in questi giorni sono delle lettere di cioccolato, di cui si compra l'iniziale del nome per ogni componente della famiglia.

Purtroppo devo dare una brutta notizia dicendo che panettone e pandoro non sono purtroppo molto famosi quassù, ma cercando bene nei supermercati che vendono prodotti italiani qualcosa si riesce a trovare. Nel dubbio noi ce li siamo fatti spedire direttamente dall'Italia!
Il nostro Natale è stato molto italiano, con tanto di pranzo domenicale composto da lasagne e una bella fetta di pandoro per dolce.
Per il capodanno invece avevamo progettato di unirci ai Tilburgesi e festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo all'Eftling, il parchi divertimenti più grande dei Paesi Bassi che si trova a pochi km di distanza dalla città, ma il brutto tempo ci ha costretto a casa, nonostante ovviamente non abbia fermato i nativi olandesi, per loro infondo erano solo due gocce d'acqua, mentre l'idea di prendere le bici per arrivare alla stazione dell'autobus  e ritrovarsi a girare tutta la notte sotto la pioggia, zuppi come pulcini, per noi era terribilmente demotivante.

Nonostante tutto abbiamo assistito ad un bello spettacolo dopo la mezzanotte, quando ogni casa di ogni città olandese ha tirato fuori il suo armamento di fuochi d'artificio e ha festeggiato il nuovo anno fino alle 2 inoltrate. Nessuna miccetta, raudi o altri fastidiosi spari senza senso durante la giornata, ma tanti, tantissimi fuochi colorati che illuminavano a giorno il cielo.
Sotto anche un breve video della visuale dal balcone di casa nostra...

mercoledì 28 dicembre 2011

Het Spoorwegmuseum

Durante il giorno della vigilia di Natale ci siamo fatti una bella gita ad Utrecht, capoluogo dell'omonima provincia e quarta città dei Paesi Bassi per numero di abitanti.
Così, armati delle nostre inseparabili bici richiudibili, abbiamo preso i soliti modernissimi e comodissimi treni olandesi per arrivare nel primo pomeriggio in città.
Quello che non avevamo messo in conto è stato l'imbarazzante momento in cui, raggiunta la stazione di Utrecht, abbiamo speso un ora abbondante alla ricerca dell'uscita...
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Lo so, raccontarlo fa venir da ridere anche a me, ma la verità è che ci siamo completamente persi nella stazione...
Superata la piazza con i tabelloni degli orari dei treni, ci inoltriamo in una rete di corridoi pieni di negozi e vetrine, e più andavamo avanti e più gli incroci si facevano intensi e della via d'uscita nemmeno l'ombra. Abbiamo dovuto chiedere aiuto per capire da che parte dovessimo dirigerci...
Insomma, collegato alla stazione c'è un mega centro commerciale (e anche molto trafficato), e per uscire bisogna attraversarlo tutto fino in fondo e scendere le scale mobili fino al piano terra.
Dopo aver sudato 7 camicie finalmente riusciamo ad intravvedere la luce del sole, e ci dirigiamo verso il centro città con sollievo.
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Orientarsi ad Utrecht a differenza della sua stazione è semplice, perché la torre del duomo (Domtoren) è il riferimento più importante della città. Con i suoi 112 metri d'altezza è l'edificio più alto dei Paesi Bassi e nelle giornate di bel tempo da esso è possibile vedere Amsterdam, che si trova ben 35 km verso nord. Certo, per arrivare in cima c'è bisogno di parecchio allenamento, visto che la torre possiede ben 465 scalini!
La maggior parte delle costruzioni del centro risalgono all'epoca in cui il paese era una grande potenza coloniale, intorno al 1300, si può quindi ammirare in tutto il suo splendore lo stile gotico di edifici ed abitazioni.
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Nascosto dall'imponente torre si trova l'altrettanto massicio duomo (Domkerk), il quale un tempo costituiva un pezzo unico con essa, ma furono separati a causa di un tornado che colpì la cattedrale intorno la metà del 1600.
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Finito il giro esplorativo ci dirigiamo verso il museo delle ferrovie. Chiamarlo museo è veramente ristrittivo, è più un paese delle meraviglie.
Il viaggio parte già all'ingresso della Malibaan Station, una vecchia stazione del 19esimo secolo ristrutturata che oggi ospita la biglietteria del museo, ma sembra già di tornare indietro nel tempo.
Chiediamo informazioni per l'ingresso e ci dicono di attraversare i binari per raggiungere un altro edificio. In realtà l'esposizione inizia già subito dopo aver varcato la soglia, alcuni vagoni e locomotive sono esposte lungo uno i binari morti, ma abbiamo dovuto attraversarne anche uno con il passaggio a livello per i pedoni, perché attualmente utilizzato, per giungere all'entrata principale!
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Sarà che adoro i treni, ma a questo punto ero già al settimo cielo.
Entriamo nel museo e ci viene consegnata la mappa delle aree da visitare: non c'è niente da fare, agli olandesi piace fare le cose in grande e sanno come far rimanere a bocca aperta i visitatori.
Het Spoorwegmuseum è diviso in quattro mondi: il mondo delle vecchie locomotive, carri e carrozze, quello dei mostri d'acciaio dove si fa un salto nell'epoca dei primi treni del '900, il mondo del laboratorio dove è possibile vedere come si riparavano i treni, attrezzi e materiali di ricambio, e persino un viaggio nel tempo tra le case di una città mineraria inglese.
In un'area separata dai grandi stanzoni c'è anche teatro interattivo dove vengono rappresentate scenette in continuazione, sfortunatamente in olandese.
Ho avuto anche un'esperienza terrificante mettendomi in fila insieme ad altre persone senza sapere che mi sarei ritrovata su di un vagone delle montagne russe...
Il vagone viaggiava in un ambiente completamente buio e sfrecciava a tutta velocità verso il faro di un treno che fischiava e sembrava avvicinarsi con brutte intenzioni...Poi il vagone inchiodava e una voce in olandese si metteva a spiegare qualche aneddoto su le scenette che a mano a mano venivano illuminate durante il percorso, ma che ovviamente non sono in grado di raccontare perché non ho capito un tubo, e anche se l'avessi capito a quel punto ero troppo indaffarata a ridere istericamente e ad aggrapparmi con tutte le mie forze al braccio di Stefano che mi stava affianco...Si lo so, sono una fifona!
La visita delle locomotive e delle carrozze è stata illuminante, si poteva salire e provare il viaggio dei primi passeggeri che avevano la fortuna di spostarsi con questi mezzi, o giocare al capotreno che inserisce il carbone nella locomotiva
Mi ha affascinato un sacco vedere com'era fatto un vagone del servizio delle poste olandesi... Con le sacche di juta appese alle pareti, piene di lettere, e poi divise in cassettine per ordinarle in attesa della consegna...la mia mente era già partita a fantasticare le avventure dei postini dell'epoca.
E che dire del workshop dove si riparavano i pezzi di treni rotti o in manutenzione...ricercato in ogni minimo dettaglio! (le tendine...!!!)
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Il viaggio nel tempo nonostante penso si dovesse visitare come primo mondo, noi lo abbiamo visitato alla fine, avendo girato un po' a caso.
Per fortuna prima di entrare nella macchina del tempo gli addetti ci hanno consegnato delle cuffiette per il tour audio in inglese; meno male, finalmente capiamo qualcosa anche noi! Ci fanno entrare insieme ad altre 4 persone in un minuscolo ripostiglio di legno, il quale una volta chiusa la porta inizia a ballare e fare strani suoni...Un orologio appeso alla parete inizia a far tornare indietro gli anni, fino al 1800. Una volta fermatosi, la porta della macchina del tempo si apre e ci ritroviamo in un villaggio minerario inglese. La voce guida spiega che qui è stata costruita la prima locomotiva a vapore dei Paesi Bassi. Il viaggio ci porta ad esplorare il villaggio e i posti dove la locomotiva è stata progettata e costruita, ed è veramente coinvolgente ed istruttivo, oltre che divertente. Di sicuro un ottimo modo per far apprezzare i musei ai bambini, e anche agli adulti!
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Terminato il percorso audio-guidato, ci ritroviamo davanti alla stazione del villaggio, con la famosa locomotiva a vapore.
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Essendo la vigilia di Natale, ovviamente era presente all'interno del museo una pista di pattinaggio sul ghiaccio per grandi e piccini, con tanto di locomotiva nel mezzo (la pista sul ghiaccio non manca mai in ogni posto olandese che si rispetti). Avendo girato per più di due ore e mezza tra le carrozze, ci rilassiamo un attimo prima di ripartire prendendoci qualche pancake ad uno degli stand all'ingresso e ci facciamo un giro anche nel negozio di souvenirs, pieno di giocattoli a forma di trenini e simili.
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Per chi sta già facendoci un pensierino, avverto che il prezzo del biglietto è di quasi 15 euro, ovviamente ben spesi e senza pentimento, ma come ripeto già da un paio di post, se avete intenzione di visitare molti musei in giro per l'Olanda potrebbe essere una buona idea munirsi di museumkaart. Noi siamo entrati gratuitamente, e solo questa visita ci ha ripagato un quarto del valore della museumkaart (ed in nemmeno un mese abbiamo riguadagnato i soldi spesi per essa in visite di musei gratuiti). Proprio un bell'affare!
Da Spoorweg Museum, Utrecht, Museo dei Treni
Ancora non capisco come sia possibile che le giornate passino così in fretta quando siamo in giro per i Paesi Bassi, sarà che siamo iper curiosi e ci fermiamo ad ammirare ogni sciocchezza, fatto sta che usciti dal museo era già ora di tornare verso casa. Ma torneremo sicuramente anche ad Utrecht, stavolta calcolandoci il tempo necessario per uscire dalla stazione!

mercoledì 30 novembre 2011

Insense, Rise to Remain, Ghost, Trivium, In Flames


Ore 19:00. Le porte dello 013, dove si svolgono i concerti a Tilburg, si aprono al pubblico.
Il posto è grande, al piano sotterraneo si trova il guardaroba più i bagni, al piano terra vicino l'ingresso si trovano ancora altri bagni, più bancarelle del vario merchandising delle band e al centro del locale c'è ovviamente la sala dove si esibiranno i vari musicisti, con tanto di soppalco raggiungibile da ampie scale vicine al bar.
Entriamo nella sala dove il concerto delle band minori era già iniziato: dei larghi gradini conducono fino al palco e le gente era in piedi con bicchiere di birra in mano ammassata lungo le scalinate, grazie alle quali anche gli ultimissimi in fondo alla sala riuscivano a vedere bene cosa accadeva sopra il palcoscenico.
Gli artisti che si esibivano in ordine erano gli Insense, i Rise to Remain, i Ghost, i Trivium e gli In Flames.
Noi eravamo andati principalmente per gli ultimi due, anche perché non avevamo idea di chi fossero gli altri, ma ci siamo goduti comunque la serata.
Per ordinare al bar bisognava avere delle fiches che si prendevano al piano del guardaroba, da quel che ho capito fungevano da scontrino e dando le fiches al bar ti consegnavano i bicchieri stracolmi di birra.
Il clima dei concerti qui nei Paesi bassi mi sconvolge sempre, così tranquilli, tutti intenti a sorseggiare in piedi mentre guardano le band esibirsi...Si, ovvio ci sono anche qui i pogamenti e tutto il resto, ma molto più contenuti rispetto a quello che ho visto invece ad altri concerti.
Godersi il concerto in prima fila comunque è veramente uno spasso.
E finito il concerto?
Si torna a casa, ovviamente in bici, perché il locale è a soli 10 minuti di distanza. E' veramente strano vedere un orda di metallari uscire dal locale, prendere la bici e dirigersi ognuno presso la propria meta.
Aver avuto gli In flames che suonano vicinissimo a casa nostra...Che pacchia! 

lunedì 21 novembre 2011

Amsterdam

Finalmente siamo riusciti ad organizzare una giornata dedicata all'esplorazione di Amsterdam!
Arrivati in stazione alle 9 e fatta tappa a Den Bosch, abbiamo viaggiato comodamente, con le biciclette richiudibili al seguito, nel treno a due piani che fa tappa anche ad Utrecht. Ci sono volute circa due ore di viaggio per arrivare, ma una volta scesi dal treno si poteva leggere sulle nostre facce la profonda soddisfazione di essere finalmente nella capitale!
La prima cosa che ovviamente salta all'occhio è l'imponente stazione centrale costruita in stile neogotico...pensare che è stata edificata su un'isola artificiale e che poggia su più di 8.000 pali dà veramente dell'incredibile. A partire dal 2013 è in progetto un'operazione di ristrutturazione dell'intera zona circostante che farà vantare alla stazione centrale il titolo di World Class.

Da Amsterdam 20-11-11
Il primo dovere di ogni turista appena si arriva in una nuova città è cercare l'ufficio infomazioni turistiche; la seconda cosa da fare per un turista a cui serve una mappa del centro, ma all'ufficio informazioni chiedono un polmone in cambio, è ingegnarsi!
Arrivati al VVV (questa è la sigla degli sportelli di info turistiche in Olanda) ci accorgiamo che i prezzi per cartine e guide erano veramente alle stelle, considerando che nelle altre città che avevamo precedentemente visitato le mappe ce le avevano sempre regalate o fatte pagare al massimo un euro o due. La soluzione è stata semplice: all'interno delle stazioni c'è sempre una postazione dove è possibile stampare mappe gratuite con le indicazioni per arrivare in un certo luogo. E' bastato scrivere un generico "da Stazione Centrale a Piazza Dam" per avere gratuitamente la cartina di tutto il centro stampata a colori!
Da Amsterdam 20-11-11
In sella alle nostre bici cominciamo l'esplorazione della città. Già dopo aver fatto 10 metri è palese che mezza Italia si trova riunita ad Amsterdam, sia dal fatto che in giro non si sente parlare altra lingua che l'italiano, sia dal nervosismo degli olandesi in bici che si vedevano invadere le loro preziose piste ciclabili da ondate di pedoni sperduti, ma forse ormai nella capitale ci sono abituati, con le loro faccie scocciate e le mani continuamente incollate ai campanelli delle biciclette per far spostare gli odiosi turisti maleducati...Dopo un po' che vivi in Olanda ti cominci a sentire in colpa quando ti vengono quegli inrefrenabili istinti di non rispettare le regole ed attraversare per esempio una strada deserta senza che abbia scattato il verde...
Da Amsterdam 20-11-11
Amsterdam è un vero e proprio porto di mare, gente che viene, gente che va, vie pienissime dove non si riesce nemmeno camminando a piedi di attraversarle, figuriamoci in bicicletta.
Piano piano riusciamo ad uscire dall'orda che circonda i paraggi della stazione e ci dirigiamo alla prima tappa del nostro percorso: De Wallen, meglio conosciuto come quartiere a luci rosse. In realtà Amsterdam ne possiede ben tre di quartieri di questo genere, ma quello che si trova a ridosso del centro cittadino è il più famoso, nonché una delle parti più antiche della città.
Per la strada troviamo affiancati decine di coffee shop e sexy shop, la particolarità di questi ultimi è che hanno vetrine anche molto appariscenti che espongono i prodotti in maniera del tutto naturale. Fa strano ritrovarsi in uno scenario così disinibito, non è una cosa che capita spesso di vedere, anzi, i sexy shop si trovano sempre ben nascosti e sono sempre molto discreti all'esterno.
Da Amsterdam 20-11-11
Inoltrandosi sempre di più all'interno del quartiere, lo scenario si fa sempre più ripetitivo, arrivando a scorgere solo sexy shop e coffe shop. Poi si arriva alla Oude Kerk, "chiesa vecchia" in olandese, la più vecchia chiesa parrocchiale di Amsterdam. La chiesa venne costruita su un cimitero, e i cittadini locali continuarono ad essere sepolti nel sito che confina con la chiesa fino alla fine dell'800. Sono presenti 2.500 tombe nella Oude Kerk, sotto la quale sono sepolti 10.000 cittadini di Amsterdam, tra cui importanti figure olandesi.
Trovarsi escort in vetrina proprio intorno al perimetro di questo luogo di culto devo dire che turba un po'.
Comunque, continuando il giro, arriviamo alla strada centrale del red light discrict, dove sono presenti ancora prostitute in vetrina, vari cinema a luci rosse, sexy shops, bordelli, bar gay, il museo dell'erotismo (mentre quello del sesso si trova lungo la via di fronte alla stazione), e ancora altri coffee shop.

Da Amsterdam 20-11-11
Il nostro giro turistico prosegue lungo i canali e i vari ponti del quartiere, non avendo molto tempo a disposizione decidiamo di dare un'occhiata generale alla città per poi gustarci più avanti con la dovuta calma i vari musei e attrazioni.
Ci dirigiamo quindi verso Piazza Dam, la piazza più famosa piazza di Amsterdam situata nella cosiddetta zona nuova. Capiamo di star uscendo dal quartiere a luci rosse e di avvicinarci al centro quando invece dei sexy shop cominciamo a trovare negozi di souvenir e pubblicità di pacchetti turistici per la visita della città in autobus o in nave lungo i canali!
Da Amsterdam 20-11-11
La prima cosa che notiamo arrivati in piazza è il monumento nazionale in onore dei caduti della seconda guerra mondiale, un obelisco di 22 metri di altezza che si trova in una delle due metà della piazza, divisa dalla carreggiata e dalla linea del tram (è la famosa via Damrak, che collega la piazza alla stazione). Allungando lo sguardo, dall'altro lato della piazza spicca l'imponente palazzo reale, dalla storia molto interessante. Inizialmente infatti era il municipio cittadino, fu Napoleone a trasformarlo nel suo palazzo privato quando conquistò la città. Ora è uno degli edifici utilizzati dalla regina e la famiglia reale per ricevimenti ed eventi quali il capodanno e per visite di stato.
Accanto al palazzo reale si trova la Nieuwe Kerk, la chiesa nuova, eretta per soddisfare l'aumento della popolazione cittadina. In questa chiesa sono stati incoronati i sovrani olandesi, ma oggi non è più adibita a funzioni religiose ed ospita delle mostre temporanee a tema. 
Da Amsterdam 20-11-11
La piazza è piena di artisti di strada e musicisti, attenzione però a cercare di scattare foto alle statue viventi, potrebbero chiedervi dei soldi per farsi immortalare. Uno dei musei più famosi di Amsterdam si trova proprio al lato di Piazza Dam, ed è il Madame Tussauds Scenerama, gergalmente chiamato museo delle cere. Il museo si trova al piano superiore del palazzo con al piano terra grandi magazzini, e possiede copie in cera di numerosi personaggi famosi, tra cui anche repliche dei reali olandesi. All'ingresso la fila di persone che attendevano di visitarlo era veramente spaventosa, non saprei proprio immaginare la durata dell'attesa per comprare un biglietto d'ingresso.
Da Amsterdam 20-11-11
Prima della pausa per il pranzo ci immergiamo nel corso parallelo alla piazza facendoci un bagno di folla e concludendo anche qualche buon affare in una delle tante boutiques presenti lungo la via. Passeggiando lungo il corso non si può fare a meno di sentire un irrefrenabile impulso allo shopping, perché ce n'è veramente per tutti i gusti, dalla marca più famosa e riconosciuta a quella più underground e di nicchia.
Da Amsterdam 20-11-11
Arrivati ad una certa ora, cominciamo a sentire un certo languorino e ci sediamo su una panchina sul Torensluis, il ponte originale più antico dei tanti che attraversano i canali di Amsterdam. E' anche il ponte più ampio con i suoi 39 metri di larghezza, il suo nome significa “Torre della Chiusa”, in riferimento alla porta cittadina che un tempo ospitava. Vicino alle panchine dove ci siamo seduti per riposarci è presente la statua di bronzo di uno scrittore olandese, Multatuli.
Da Amsterdam 20-11-11
Mentre mangiamo il nostro pranzo al sacco, osservo i più svariati tipi di persone che passeggiano per il centro in una giornata nebbiosa come quella. C'è il turista che chiede al passante di turno di fargli una foto con lo sfondo da cartolina (che poi uscirà solo grigio per via della nebbia è un altra storia), il gruppo attrezzato con zaini in spalla e cartina in mano, e poi la signora con la bici e la borsetta nel cestino che va a fare shopping, e la famigliola tutta in bici con bimbi al seguito, che se sono troppo piccoli basta avere la bici attrezzata, li mettono nel carrettino e via tutti contenti a fare un bel giro. 
Da Amsterdam 20-11-11
Risalendo in bici proseguiamo la nostra esplorazione verso il quartiere Jordaan, dove incontriamo le famose houseboat. Le case galleggianti sono famose in tutti i Paesi Bassi, ma Amsterdam ne detiene il record contandone ben 2500. In una houseboat troviamo tutto quello che ci si aspetta da una comune casa, bagno, cucina, salotto, camera, la differenza è solamente quella di abitare sopra la superficie dell'acqua e vedere dalla finestra altre imbarcazioni navigare lungo i canali. Per chi vuole provare l'esperienza di dormire in una casa galleggiante esistono diverse soluzioni per i turisti, che possono affittare una camera in una delle tante adibite a bed & breakfast. Noi ci stavamo facendo un pensierino per la nostra prossima visita in città.
Per chi soffre il mal di mare invece può sempre consolarsi con il museo delle houseboat, praticamente una casa galleggiante aperta ai curiosi.
Da Amsterdam 20-11-11
In questo quartiere si trova anche la casa di Anne Frank, dove lei e la sua famiglia si nascosero durante la seconda guerra mondiale e lei scrisse il suo famossisimo diario, che è esposto all'interno del museo. Purtroppo non abbiamo fatto in tempo ad arrivarci visto che nel pomeriggio la nebbia si era alzata ancora di più e iniziava a fare molto freddo, per cui le condizioni metereologiche ci hanno costretto alla ritirata verso un posto più caldo e accogliente.
Inizialmente l'idea era di visitare un posticino rinomato che si trova proprio nelle vicinanze del quartiere, The Pancake Bakery, un locale dove servono solo pancake ma di tutti i tipi possibili ed immaginabili. 
Arrivati all'ingresso del "ristorante" però notiamo che era molto affollato e nessuno dei due aveva una gran voglia di mangiare, così rinunciamo all'angolino caratteristico e optiamo per un giro ai grandi magazzini.
Il Magna Plaza è uno dei grandi centri commerciali situati vicino Piazza Dam, insieme al Bijenkorf che si trova proprio adiacente ad essa. Il Magna Plaza è un lussuoso edificio di 2 piani con tanto di piano sotterraneo, elegante e pieno di negozi di alta moda, da Lacoste a Coccinelle e tanti altri. Ci sono anche negozi di scarpe e piccole boutique, alcuni negozi di oggettistica varia, uno di swarovski, alcuni spazi per artisti di interior design, e all'ultimo piano un bel pub dove sorseggiare caffè ristretto stile italiano (almeno così dicono).
Da Amsterdam 20-11-11
Si è fatto ormai notte ed è ora di tornare a prendere il treno per tornare a casa. Sulla strada del ritorno visitiamo il quartiere cinese di Amsterdam: come ogni grande città, anche questa ha la sua China Town. Proprio dietro il quartiere a luci rosse, nello Zeedijk, le vie cambiano aspetto e si colorano di lanterne rosse e insegne con ideogrammi. Anche la popolazione dagli occhi a mandola diventa molto più numerosa guardandosi intorno, e per le strade si trovano ristoranti cinesi e negozi orientali ad ogni angolo. So che nel quartiere inoltre è presente anche un tempio buddista.
Alle sei la nebbia è talmente fitta che non si riesce a vedere un palmo dal naso, ma riusciamo lo stesso a raggiungere la stazione e a rimetterci in cammino per Tilburg. Ci aspettano due lunghe ore di treno.

Abbiamo visto pochissimo della capitale olandese, ma girando per le vie del centro posso sicuramente dire che nonostante la città sia caotica come ogni grande metropoli, girare in bici è stato un vero piacere, la vita è palesemente diversa da quella che si conduce nelle città più tranquille come quella dove viviamo noi nel sud dei Paesi Bassi, ma nonostante tutto penso sia migliore di tante altre grandi città (penso al caos di Roma o Milano per esempio, è un mondo del tutto diverso, non penserei mai di girare per Milano in bici a meno che non abbia istinti suicidi).
I canali con le storiche case sono assolutamente da esplorare sia a piedi che in barca, come da gustare sono i vari quartieri cittadini con varie conformazioni e caratteristiche tutte differenti tra loro.
Ovviamente ci sarebbe ancora tanto altro da scrivere su Amsterdam, ma ci tornerò con calma più avanti, quando la conoscerò un po' meglio, d'altronde questa è stata soltanto una semplice toccata e fuga.



La prossima volta che faremo un salto città io e Stefano ci concentreremo soprattutto sulla visita dei musei, che ad Amsterdam sono più di sessanta e sulle tematiche più disparate, tra i più famosi ricodiamo il Van Gogh Museum, il Rijksmuseum dedicato all'arte olandese e lo Stedelijk Museum, il museo dell'arte moderna.   Ce ne sono veramente molti che varrebbero la pena visitare, come la casa di Anna Frank, il museo scientifico Nemo, il sovracitato museo delle cere Madame Tussaud, il Tropenmuseum, il museo di oggetti insoliti, e ancora la fabbrica Heineken dove è possibile compiere l'esperienza Heineken, il museo del sesso, quello sulla fotografia, il Fashion Museum, la casa di Rembrandt, il Diamant Museum, e addirittura il museo dedicato ai gatti. Elencarli tutti è davvero troppo impegnativo, ma se avete tanto tempo da spendere ad Amsterdam sicuramente non avrete tempo di annoiarvi.

Un consiglio per chi come me ama visitare i musei è quello di procurarvi un pass come I Amsterdam City Card, che vi permette l'ingresso in tutti i musei aderenti all'offerta, fare gite in barca e usufruire anche del trasporto pubblico gratuitamente per un periodo di 24, 48 o 72 ore a seconda del tipo di card che avete scelto e pagato. Non è nient'altro che un pacchetto turistico, che potete acquistare in uno dei musei aderenti all'iniziativa o negli uffici turistici VVV, e se non sbaglio anche in stazione o direttamente in internet.
Noi che viviamo qui invece abbiamo scelto di fare un altro tipo di carta, la Museumkaart, che ha valenza annuale e ci permette di visitare gratuitamente e ogni volta che lo si desidera più di 400 musei in tutto il paese. Può essere acquistata anche questa nei musei ma anche online, a noi è arrivata comodamente a casa dopo un paio di giorni via posta prioritaria.

Spero di poter parlare presto della mia esperienza ad uno dei tanti musei che citati sopra :)

giovedì 17 novembre 2011

Parchi e verde cittadino

La giornata di domenica 13 novembre era umida e la nebbia nascondeva i più alti palazzi della città, ma questo non ci ha fermato dal trascorrere un pomeriggio all'insegna dell'esplorazione cittadina.
Ci siamo diretti verso il parco De Oude Warande, uno dei più grandi del circondario. Il parco ha una struttura che è chiamata bosco a stella perché dal punto centrale si diramano diverse strade che arrivano agli angoli dell'area. Lo stile è barocco, in quanto segue un modello rettangolare e tutti i sentieri sono simmetrici.
Il bosco è sempre popolato da persone che si godono una rilassante passeggiata lontano dal "caos" cittadino (che in realtà in Tilburg non ne ho mai visto), o portano a spasso i propri compagni a quattro zampe, o si allenano o come noi si godono un pomeriggio in bici. Un tempo il lato est del parco offriva una vista della chiesa centrale della città, oggi coperta dal campus dell'università e dei suoi numerosi edifici.

Devo ammettere che ho rosicato parecchio vedendo il lusso in cui si trovano gli studenti universitari qui... Parcheggio sotterraneo per bici, grattacielo pieno di uffici, bar super lussuoso, altro edificio con sale computer; già la sala d'aspetto con due tv 32" appese al muro la cui funzione è praticamente quella di una cornice digitale dice tutto...
Per girarci tutto il parco in bici abbiamo impiegato quasi l'intero pomeriggio, e quando siamo usciti dalla macchia ormai si era fatto buio e la nebbia era salita.
Il parcheggio per le auto dell'università era parecchio suggestivo con quelle particolari condizioni atmosferiche e ne ho approfittato per fare qualche prova fotografica...


Dopodiché abbiamo ripreso la strada di casa, una pista ciclabile dedicata che attraversa mezza Tilburg e rende proprio piacevole e veloce lo spostamento in bici.


Un altro dei tanti parchi che si trovano in città è il Leijpark, proprio di fronte all'area commerciale della città si estende una vasta pianura verde. Lo abbiamo visitato giovedì, mentre eravamo appunto in zona per fare shopping.
Purtroppo era già troppo buio per poter fare qualche foto decente al parco, ma questa è un anteprima:


Come ripeto dal primo giorno in cui ho messo piede in questa nazione, non è difficile trovare vaste macchie verdi in giro per le città olandesi, qui c'è molto più rispetto per la natura e attenzione alla salvaguardia di piccole oasi naturali e il risultato che si ottiene non è solo un buon karma positivo, ma un aria più pulita nelle città (dovuto anche al fatto che ci si sposta molto di più in bici e si prende molto meno l'auto), un rapporto con la natura più caldo da parte di tutti, e anche una maggiore tranquillità perché questi posti consentono di staccare la spina e trovare sollievo durante la giornata stendendosi sull'erba ad ascoltare il rumore delle fronde degli alberi e il cinguettio degli uccellini. Chi non ha mai sognato almeno una volta di trovarsi come nei film a dar da mangiare alle anatre sul bordo del laghetto?

Come al solito allego lo slideshow con la galleria di tutte le immagini:

martedì 15 novembre 2011

Glow

Si è conclusa il 12 novembre la sesta edizione del festival della luce ad Eindhoven, Glow. Quest'anno il tema della manifestazione era "Illusione e realtà". Diverse le opere e le installazioni che erano state allestite in un percorso guidato all'interno della città, che iniziava dalla stazione, dove con grande orgoglio si trovava un'opera proveniente dalla nostra Italia, proseguiva all'interno del centro tra le piazze e i monumenti storici, fino ad arrivare ai parchi e al fiume, per finire la visita dove la si era cominciata, alla stazione.
Noi avevamo preso il treno verso le 7 convinti di aver tutto il tempo che volevamo fino alle 23, ora in cui sarebbe partito l'ultimo treno disponibile per tornare a casa. Purtroppo alle 22 eravamo solo a metà percorso e Stefano stava congelando per via dell'aria fredda unita al fatto che giravamo in bici di notte, e così non abbiamo potuto goderci l'intero festival. Peccato perché quello che eravamo riusciti a vedere fino a quel momento ci era piaciuto molto.
Per ulteriori dettagli sull'evento potete consultare il link ufficiale http://www.gloweindhoven.nl/ (il sito è anche in inglese)